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da corso Magenta a Porta Vercellina -  Zona: Sant'Ambrogio

 

La via lunga 390 metri, che fa angolo pronunciato a San Vittore era anticamente chiamata via Cappuccini per un convento di tali frati, che qui si erano trasferiti da altro convento sito fuori Porta Vercellina; poi si chiamò delle Ochette, poiché nelle vicinanze c'era un mercato di pennuta.
Era Matteo, nato a Castelnuovo Scrivia (1485) e morto ad Agen (1561) e considerato il Boccaccio lombardo per aver dimorato a lungo a Milano, come frate domenicano nella chiesa di santa Maria delle Grazie, chiamatovi, dal cugino che era generale dell'ordine. Già maestro di Lucrezia Gonzaga lasciò la clausura per seguire Giovanni delle Bande Nere, ed ebbe così modo di conoscere il Machiavelli; continuando la sua vita avventurosa, partecipando a molte campagne al seguito di Cesare Fregoso e seguì, poi, il cognato Giulio Rangone in Francia. Tornato in patria si dedicò a scrivere e le sue novelle (214) sono da considerarsi come premesse al romanzo moderno per il loro realismo psicologico e per il vivo senso dell'intreccio, ma anche specchio dei costumi licenziosi del suo tempo.

 

 

anno 2018