Bagutta (via) - Cabaret Milano Duemila

(n. 221) da piazza San Babila a via Sant'Andrea - zona: San Babila


Questa via, notissima in tutta Italia, deve il suo nome a una famiglia che ivi risiedette, ricordata anche nel vicino vicolo Baguttino, dove nel 1820 gli Austriaci aprirono la prima stazione per diligenze e messaggerie. Ma intorno al nome si è molto favoleggiato. Al Pasquali il nome ricorda il comasco "baguta" (maschera), come il notissimo veneziano "bauta". "Ora io credo che il nome di bagutta abbia la stessa origine; forse nel senso di via delle maschere o delle mascherate o non proprio nel senso di via della baldoria".

Osserva poi il Pesce che "begudda" è parola del dialetto genovese (gozzoviglia) e trascrive dal Ducange: "Beguta… locus stationis pro viatoribus, hospitium, diversorium" Quanto poi alla ragione del singolare battesimo alla contrada ci si associa alle considerazioni del Pasquali, aggiungendo che l'Olivieri affaccia l'ipotesi di un'osteria con l'insegna della maschera (bagutta) Innegabile tuttavia nella parola il richiamo bacchico, se leggiamo negli Annali del Duomo le malefatte di uno zoppo Bergamasco: "Bonazolus de Bargamo, zopus, baguta a vino qui fuit in ecclesia ad pizigandum mulieres (1391) Barigazzi e Vergani adducono che la fortuna della via e del ristorante nasce nel 1926. Alberto Pepori, nativo di Fucecchio, è uno dei toscani saliti a Milano a fare gli osti. Il signor Pepori sta al banco, la Sora Giulia bada ai fornelli "La loro vita (Orio Vergani) si svolge modesta, serena nell'ombra di un paio di stanzette terrene di via Bagutta conosciute soltanto dai brumisti e dagli chaffeurs di san Babila, e dal fioraio Giovannino che, da anni innumerevoli, ha il suo banco accanto alla colonna della piazza" Bagutta è una piccola osteria popolaresca con pareti di calcinaccio friabile, tavoli insicuri, un soffitto di incannucciato "un cortiletto dall'atmosfera fetida, sotto a davanzali sui quali si sbattevano materassi e si faceva prender aria alle lenzuola: grondaie sgocciolanti e tubi di scarico ne percorrevano i muri. Sul muro di fondo un imbianchino aveva dipinto a violentissimi colori un paesaggio lacustre, su cui campeggiava un allegro gigantesco pappagallo". Un gruppo di amici, tutti più o meno a corto di soldi, tutti (tranne uno) senza una casa propria a Milano, tutti legati da quelle affinità di interessi che danno alle amicizie uno smalto inattaccabile, cerca una trattoria in cui trovare l'equivalente della tavola familiare, dalla quale il lavoro li ha allontanati. I loro primi incontri sono avvenuti all'Antico Boeucc di via Borgogna, un locale dove bazzicano pittori, scultori, scenografi, scrittori; fra gli altri Poeretto Bianco, Sinopico, Ottavio Steffenini, Carlo Linati, Raffaele Calzini.

 

 

 

anno 2018

 

 

 

anni '70

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