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da via Ripamonti a via Pismonte - zona: Vigentino


Tortuosa e lunga 1300 metro, dove vi è la chiesa omonima, eretta nel XIV dai Certosini che abitavano in frazione Castellazzo e divenne parrocchiale nel 1571. I Certosini furono soppressi da Napoleone I. Nella località ove sorge la chiesa si radunarono i cittadini di Porta Romana e vicini rioni, profughi dalla distruzione del Barbarossa e diedero origine, in tal modo al Borgo di Santa Maria. Non risulta che la chiesa abbia subito profonde modificazioni; cosicché la struttura attuale deve ritenersi l'originaria. La facciata, che non certo pretese di cose d'eccezione ma che si accontenta dell'aurea mediocrità è a due piani. Il primo è dell'ordine dorico; l'architrave è sorretto da sei lesene e davanti all'unica porta d'accesso sta un pronao sorretto da due colonne e con la copertura a due spioventi. Il secondo piano è d'ordine ionico; qui le lesene sorreggenti l'architrave sono quattro. Dei tre spazi risultanti, il centrale è occupato da una grande finestra rettangolare, sormontata da un arco a tutto sesto ornato da uno stemma; i due laterali sono occupati da nicchie entro le quali sono collocate due statue. Il timpano centrale è sormontato da tre statue; ai lati due Angeli in atto di suonare le trombe; nel centro la Madonna Assunta. Il campanile è alto e massiccio, ma non ha caratteristiche di stile; è diviso in sei piani e la cupola estrema non ha nulla che soddisfi l'occhio, il quale, non lo tollera, perché ha assai poca parentela sia col resto del campanile che coll'esterno del tempio Restaurato, fu dedicato ai parrocchiani caduti nella prima Guerra mondiale e i loro nomi furono incisi su quattro lapidi apposte tra gli intercolonni della facciata della chiesa. Internamente è a nave unica a tre campate. I capitelli, gli archi, i cornicioni sono ornati di bellissimi stucchi, i cui cartoni sono conservati a Brera. La prima cappella a destra è dedicata a san Carlo, che vi è dipinto sulla pala, da ignoto autore. La seconda a san Gerolamo; il dipinto quivi esistente è una copia di quello che trovasi nella Certosa di Pavia. A sinistra dopo il battistero, segue la cappella del Sacro Cuore e, infine, quella dedicata alla Madonna. Questa cappella reca l'altare e l'ancona che formavano l'altare maggiore del Convento Certosino del Castellazzo; altare su cui celebrò per la prima volta, in diocesi milanese, il cardinal Monti. Una lapide al Castellazzo, ricorda questo fatto e rammenta pure che quivi (in convento) il nuovo arcivescovo di Milano si soffermò alcuni giorni, prima del suo ingresso in città (1632) per apprendere le cerimonie in rito ambrosiano. L'altare è un bel lavoro in legno intagliato e dorato. Il centro dell'ancona era occupato da un trittico. Ora il dipinto centrale è stato sostituito da una statua della Madonna. Tutt'intorno ai muri laterali girano quindici piccole tavole, su cui son dipinti a olio i quindici misteri del Rosario. Il presbiterio è ornato da tew dipinti a olio. Curiosità: dove ora vi sono i giochi per i bambini, fino a tempo fa vi era il cimitero del Vigentino.

 

 

 

 anno 2016

 

 

 

anno 2016