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(nr. 572) da piazza Sant'Alessandro a piazza Bertarelli - zona Missori


La via, già Contrada degli Amedei, deve il nome a una famiglia patrizia fiorentina che qui abitò costretta all'esilio in seguito a una sanguinosa lotta sostenuta contro le casate fiorentine dei Buondelmonte e dei Donati, a causa di una rottura di promessa di matrimonio. La via mantiene intatti o caratteri del '600 nei cortili delle sue case borghesi e nei palazzi, anche se ebbero diverse aggiunte nel XVIII secolo. Al nr 8, dietro un semplice prospetto rustico, cela una bella corte del '500, nucleo iniziale a cui furon aggiunti tra il XVII e il XVIII secolo un cortiletto e un monumentale scalone, con balaustra a spirali in ferro battuto; al n. 6, invece, è Casa Mainoni, divisa in due corpi e allineata su più cortili; attraverso il portale, con ampia nicchia per facilitare l'avvio dei cocchi, e la successione degli atri si accede, sulla sinistra, allo scalone, con capitelli del '700 a fiori e con balaustra dagli stilizzati pilastrini. Interessanti anche gli edifici al n. 13 (con cortile a colonne che sorreggono un'architrave e un passaggio con soffitto a cassettoni), al n. 11 e 9 (con doppio cortile sempre a colonne architravate), al n. 2, il palazzo già Mazenta, che nel XVIII secolo ebbe ampliate le strutture tardo '500, ancora avvertibili e al n. 4 il magnifico atrio e scalone.
L'antica Contrada riuniva lo slargo di corso Italia, dove sorgeva la colonna di Sant'Eufemia (inizio Stradone di San Celso) con piazza Sant'Alessandro. Seguiva con poche varianti il percorso serpeggiante segnato nelle più antiche carte topografiche. La famiglia che diede il nome alla Contrada è degli Omodei, giureconsulti famosi, il cui ramo principale aveva messo radici a Porta Romana; un altro si trovava nel XV secolo a Porta Comasina. Apparteneva a quest'ultimo Gabriele, giureconsulto collegiato che fu dei "difensori della libertà" nella Repubblica Ambrosiana (1448). Un ramo della famiglia emigrò al tempo degli Sforza in Polonia e vi conseguì la nobiltà polacca. Vero è che, secondo un anonimo citato dal Calvi il ramo degli Omodei che avevano le tombe in Santa Maria della Vittoria e nel '600 ebbero titolo marchionale, avrebbe tratto origine da un "postaro di grasso" e sarebbe quindi, un esempio non nuovo, una famiglia nuova che portava il nome storico di una casata estinta. Comunque la famiglia dei giureconsulti AMEDEI è diversa da quella del celebre scultore/architetto G.A. Omodeo, benchè esso negli atti notarili figura sotto l'uno o l'altro dei cognomi.

 

 

 

 

 

 anno 2017