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tra le vie della Posta, Gaetano Negri, San Vittore al Teatro - zona Duomo

 

È sorta dietro al Cordusio con un insieme di edifici a carattere commerciale e finanziario, detto "quartiere degli Affari" il cui cuore è appunto questa piazza, dominata dal Palazzo della Borsa. Anticamente tra via Meravigli, via delle Orsole e la piazza sorgeva un teatro romano, le cui strutture sotterranee, composte di grossi ciottoli di fiume tenacemente avvinti da un durissimo impasto di calce, sono ancora visibili nei sotterranei del Palazzo della Borsa. Questo Teatro risaliva al I° secolo d.C. e da alcuni documenti si ricava che fu utilizzato per le pubbliche assemblee del popolo milanese fino al 1119; non è quindi azzardato pensare che venne distrutto dal Barbarossa nel 1162, quando rase al suolo Milano. Considerando che il diametro della sezione destinata a ospitare il pubblico misurava poco meno di 100 m., si può desumere che il teatro potesse offrire posto a 10 mila spettatori. L'attuale piazza quindi, si apre in una zona indubbiamente antica e molto interessante dal punto di vista archeologico. Dominata dal Palazzo della Borsa, opera dell'architetto Mezzanotte, la costruzione riecheggia i modi di certo neoclassicismo, ha una facciata monumentale adornata di alte colonne, coronata da un timpano movimentato da nicchie e da statue allegoriche. È un classico tentativo di compromesso fra forme nuove e forme tradizionali, tra i modernismo e le direttive monumentali e "romane" del regime, con risultato estetico assai discutibile. Nulla di eccezionale è anche il palazzo di fronte alla Borsa: opera dell'architetto Lancia, presenta verso la piazza un vasto portico a pilastri rettangolari, sopra il quale due avancorpi delimitano un terrazzo. Ne risulta un assieme senza fisionomia architettonica unitaria. Il destino di molti patrimoni si decide in questa piazza, tra i muri del sordo e grigio palazzo della Borsa. E non soltanto il destino dei grossi patrimoni, ma anche quello dei piccoli risparmi. Attorno agli operatori e agli agenti di Borsa esiste un vasto sottobosco di piccoli speculatori, che attingono dai magri risparmi nella speranza di diventare ricchi con la buona speculazione, e che spesso ci rimettono ogni cosa, travolti da un gioco che forse non capiscono e certamente è più forte di loro. In determinati giorni, poi, una discreta folla staziona davanti alla Borsa straripando nell'adiacente via san Vittore al Teatro: sono commercianti, per lo più padani, che si sono dati appuntamento per trattare partite di merci. È una specie di "borsa mercato" all'aperto riservata agli iniziati, dove ingenti partite di grano o di vino o di legname cambiano proprietario, tra sguardi guardinghi, effusioni sospettose, cordialità calcolate e strette di mano interessate.

 

 

 

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anno 1952