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da corso XXII Marzo a via Marcona

 

Intitolata al poeta e cronista minuzioso (Milano 1240/1314) detto anche brevemente Bonvicino; fu "frate" nel 3° ordine degli Umiliati, maestro di retorica e poeta; scrisse molti trattati, "dispute" e "vite". Ci ha lasciato una importante cronaca: "De Magnalibus urbis Mediolani (che dovrebbe intitolarsi Le Meraviglie di Milano) divisa in due parti, l'una descrittiva e statistica, l'altra storica. Bonvicino non è fonte imparzialissima: il suo cittadino amore gli fa passar sotto silenzio le discordie civili, i conflitti sanguinosi dei partiti, i rapidi e non infrequenti rivolgimenti: ma questa reticenza negli "accidenti politici" poco ci riguarda se ci rivolgiamo alle sue informazioni in altri ambiti: popolazione, incremento edilizio, topografia; notizie che Bonvicino accerta di persona o a sua volta desume da fonti "accreditate", rinunciando al fantasioso e fiabesco repertorio di certe "croniche". Alla fine del '200 Milano doveva avere circa 200mila abitanti: solo tal numero, infatti, giustifica il consumo accertato di 1200 moggi di grano. Tanta popolazione poteva metter in campo - dice Bonvesin - nientemeno che 40mila fanti e 10mila cavalieri: e qui, forse, c'è un po’ d'esagerazione. Ma credibili sono le 30 braccia di larghezza del fossato, bello per l'acqua corrente e ricco di vividi pesci: le mura di cinta superano la lunghezza di 10mila braccia; e 6, ancora, sono le porte, con tanto di torre, e 6 le pusterle. In Milano, poi, privilegio naturale, è l'acqua: sottile, gustosa e tanto abbondante che ogni "civile" casa ha il suo pozzo, visto che Bonvicino ne conta 6mila. Formano la città circa 13 mila edifici, dei quali molti sono veri palazzi: il frate indica alla nostra ammirazione particolare il palazzo della Regione, eretto nella piazza dei Mercanti da Napoleone della Torre: naturalmente, il Palazzo ha anche la sua brava Torre dell'Orologio. In questa piazza, peraltro non ancora perfetta, si svolgeva la pubblica vita: politica, faccendiera, mondana. Bellissimi edifici talvolta sono anche le chiese milanesi: su questo argomento Bonvicino è informatissimo e ci dice tutto. La città conta 115 parrocchie (che taluna comprende fin 1000 famiglie), 200 chiese, 480 altari; e se la chiesa bellissima è per san Lorenzo, la Vergine ne ha per sè 36 (anzi 240, numerando anche quelle del pio contado). Accanto alle chiese i campanili: e in Milano se ne innalzano ben 120, e sopra vi risuonano più di 200 campane. Il numero dei conventi, poi, è sì alto da sconcertare: gli Agostiniani ne hanno 60; i Minori, 10 fra città e contado; il 2° ordine degli Umiliati; si aggiungano i monasteri di donne, con il loro maggior convento di sant’Apollinare. Certamente non tutte queste "case" sono cospicue; ma Bonvesin ritiene di poter concludere, a gloria della sua città, che in Milano vivano a spese pubbliche oltre 10mila religiosi, per non contar le monache.

 

 

 

anno 2022