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da santa Maria Fulcorina a via Bocchetto - zona: Duomo

 

Ricorda un antico ufficio del bollo e le vie Bocchetto, del Bollo, santa Marta, santa Maria Fulcorina e santa Maria Podone formano un tipico crocicchio detto Cinque vie (cinqu vii) Luogo antico; alla sua origine, risalente pare, all'età imperiale, rimane apparentemente solo il nome e la planimetria. Un giorno si demoliranno gli ultimi modesti edifici e si troverà forse, che quelle casucce posano su fondamenti romani. O forse nelle demolizioni si troverà qualche frammento di laterizio della casa dove nel X secolo teneva negozio Giovanni di Materno o Teodorance de Quinque vias. Tutto fa credere che questo fosse un luogo di traffico e di particolare rilievo, se qualifica delle Cinque Vie accompagnò più volte nel medioevo il cognome di notabili, e tra questi, nel XIII secolo un Azzone Zeppo, vicario generale dell'arcivescovo Leone da Perego. Sopra alla pasticceria ch'era in angolo con la via Bocchetto, era fino a qualche tempo fa un balcone panciuto, a foggia di canestro tessuto di riccioli di ferro, graziosa opera artigiana del '700; ma sostituito da un balcone, forse coevo, ma di pregio inferiore. Vicino, all'imbocco di via Bollo, resta un portale a spalle di granito e cimnasa a frastagli di stucco nei modi del tardo barocco, col monogramma della Compagnia di Gesù in disco fiammante alla serraglia. Fra case di aspetto modesto merita attenzione la casa al n. 3, già Villa-Pernice, con esterno del '600 che poco promette, con quelle sue finestre a malta, munite di griglie a vento. Varcata la soglia, un piccolo portale barocco guida ad un minore secondo cortile, dove sono tracce di affreschi prospettici: raro esemplare superstite di un genere decorativo tutt’altro che infrequente nel primo Rinascimento lombardo. E in una sala del piano terreno restano fregi pittorici alle pareti, apprezzati e illustrati già dagli autori di Reminiscenze; a puttini fra gli ornati, quali suonanti la mandola e il violino, quali con pifferi, trombe e cornette e fregio intercalato di targhette araldiche. Sopra il fregio, che correva nell'alto delle quattro pareti, era un ricco soffitto a cassettoni, che nel 1800 fustaccato e venduto; in compenso, fra il fregio descritto e un più alto soffitto pure a cassettoni venne alla luce un secondo fregio di fattura inferiore, ma di eccezionale singolarità del soggetto: ridde di gatti e topi che si rincorrono o si aggrappano in buffe scene di gusto popolaresco. La casa fu, secondo il Malvezzi, dei fondatori dell'O.P. di s. Corona e poi dei Villa-Pernice che donarono all'Accademia di Brera un dipinto di scuola leonardesca, una "Madonna col Bambino" ch'era in cortile.
Al n. 8, di antica origine la casa aveva tre piani, senza aspetto d'arte, fuor che ne portale, a stipiti sagomati di granito, archivolto ribassato reggente un ricco ornato di stucco, con cimasa a linee ondulate. Sopra la serraglia disco fiammante col monogramma bernardiniano I H S.

 

 

 

 

anno 2022