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(n. 7497) da via Uruguay - zona: Gallaratese

 

Di famiglia operaia (Filettole 1877 - Zoagli 1949), completò come autodidatta la propria istruzione. Dopo un modesto impiego, entrò per breve tempo nel giornalismo, per volgersi poi alla letteratura teatrale dove esordì con la traduzione di "Edipo re" Tra i suoi poemi drammatici famosa la "Cena delle beffe", Tignola, Il ragno, L'elefante. Più che a un teatro con una propria storia interna in evoluzione, Benelli dette vita a un solo personaggio dalle molte variazioni e del quale il ritratto è già poeticamente concluso nella "cena delle beffe": l'eroe impotente, sostanzialmente crepuscolare, il sadomasochista morale che della propria viltà fa l'arma contro se stesso dopo averla rivolta contro gli altri. Geniale intuizione della condizione di frustrazione dell'uomo contemporaneo, col suo cerebrale sensualismo, dall'aggressività umiliata ed oppressa, irreparabilmente, buono o malvagio o sconfitto, impari al cimento della vita. Antieroe ostinato quanto inadeguato a portare la maschera dell'eroe.

 

 

 

 

 anno 2016