«L’HA CATTAA SÙ I SÒ BARLAFUS E L’È ANDAA», ha preso le sue cianfrusaglie ed è andato via.
1)
La parola «BARLAFUS» è metà germanica e metà latina. È formata infatti da "barna", che nell'antico germanico era la piastrina forata dentro la quale si infilava la punta del fuso (latino "fusus") perché questo stesse ben fisso al suo posto durante la filatura. Come si vede il «BARLAFUS» era un arnese da lavoro molto modesto; si capisce, quindi, perché più tardi qualsiasi utensile di poco conto si sia chiamato «BARLAFUS». Oggi si usa questa parola in senso ancora più lato, per cosa da nulla, arnese da lavoro o no.
2)
Con la decadenza della grandezza romana, anche il teatro degenerava nella corruzione e nella lussuria. Sorse così il popolaresco Mimiambo. I mimiambi non erano altro che farsacce in versi rozzi, che offrivano alla plebe situazioni scandalose e contro il pudore ispirate a licenze erotiche di dame e patrizi. I Mimi erano attori e autori allo stesso tempo, recitavano in modo estemporaneo o seguendo dei piccoli canovacci; erano molto amati dal popolino, ma osteggiati dal potere che li considerava la parte più infima della recitazione, esaltando per contro l’attività degli attori. Le autorità cercarono di osteggiare con ogni mezzo l’attività dei mimi imponendo loro delle limitazioni ed obblighi, tra questi vi era il dovere di recitare scalzi. Per questo obbligo degradante di dover recitare planis pedibus, i mimi venivano chiamati exalceati. Questo vocabolo è sorprendente, quasi identico di significato all’espressione dialettale lombarda scalcinaa, uomini male in arnese nel fisico o nel morale. Il concetto romano del disprezzo per quei comici plenipedi si mantenne non solo nelle nazioni neolatine, come in Francia dove venivano chiamati nu-pieds, ma anche in Germania, con l’espressione di barfuss che significa appunto piede nudo – scalzo. Durante la dominazione austriaca in Lombardia, da barfuss a barlafuss il passo e la deformazione sono stati semplici e brevi. Pertanto barlafus in milanese, sta ad indicare un uomo, e soprattutto un oggetto di nessun conto.